Abbiamo intervistato la giudice del Premio Costa Smeralda in occasione della prossima edizione
Docente di letteratura italiana e saggista, Lina Bolzoni è dal 2022 tra i membri che compongono la giuria del Premio Costa Smeralda. In vista della prossima edizione del premio, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare la scrittrice, la quale ha gentilmente accettato di condividere con noi alcune riflessioni sui premi letterari, sull’influenza dei social media e l’importanza dell’immaginazione.
Nuova edizione, nuova rosa dei libri. Cosa si aspetta da quest’anno?
Intanto, come abbiamo già visto, è stata una bellissima esperienza anche vedere le nostre scelte, perché abbiamo avuto molti bei saggi, molti libri di narrativa tra cui scegliere. Quindi ho trovato quello che mi aspettavo, cioè una grande varietà e una grande ricchezza di testi interessanti.
Cosa le ha lasciato la precedente edizione del Premio Costa Smeralda?
Un bellissimo ricordo, per l’incontro con questi luoghi straordinari dove il premio ha luogo e anche con un grande autore come Pamuk, oltre che gli autori che abbiamo premiato. E poi la partecipazione della gente, questa è stata veramente una bella esperienza.
Com’è il rapporto con gli altri giudici?
Direi molto amichevole e anche molto libero, molto fraterno. Perché ognuno di noi dice la sua e infatti ci sono state proposte molto diverse, però si discute molto tranquillamente.
Come avviene il processo di selezione dei libri in concorso?
Credo che un aspetto, forse unico di questo premio, è che non chiediamo indicazioni alle case editrici. Il processo viene semplicemente attraverso letture di ciascuno di noi e quindi la scelta che ciascuno di noi via via pensa di fare e di proporre agli altri.
Quali sono le tendenze emergenti nella letteratura contemporanea che avete notato durante il processo di selezione dei libri?
È difficile dire, perché tantissima gente scrive e quindi ci sono moltissimi aspetti. Ad esempio, uno degli aspetti interessanti è che è difficile a volte distinguere tra narrativa saggistica, proprio perché i confini tra i generi stanno cadendo. E questo è interessante anche per la saggistica, che troppo a lungo è stata come codificata con delle forme troppo ristrette a volte accademiche.
Come considera l’equilibrio tra la letteratura commerciale e quella più impegnata?
Questo è un bel problema, perché è un equilibrio molto difficile e io credo che sia sempre importante mantenere un’attenzione in generale sia alla lettura, perché io credo che sia importante che la gente legga anche cose cosiddette commerciali. Nello stesso tempo un premio come il nostro vuole sottolineare anche le dimensioni di qualità diciamo della produzione libraria.
Qual è l’impatto dei social media sulla letteratura contemporanea e sul ruolo dei premi letterari?
È un impatto molto interessante che va studiato, fra l’altro, perché i social media contribuiscono a creare opinione e naturalmente questo può avere una ricaduta anche su chi scrive.
Che cosa possono dare queste nuove forme di comunicazione alla letteratura?
Chi scrive può sia parlare di questa nuova realtà dei social media, che evidentemente sono diventati una parte importante della nostra vita; quindi, anche questa può diventare una tematica nuova. E poi vedere che certi libri si affermano magari a quel livello lì di social media, piuttosto che recensioni su riviste sui giornali, a sua volta è una cosa che influenza chi ti scrive.
È possibile riscoprire il piacere della lettura?
Io spero proprio di sì, perché da un lato appunto siamo un paese in cui si legge poco si scrive molto, però se noi pensiamo ai premi letterari, pensiamo ai vari festival, c’è una partecipazione incredibile. A volte io sono commossa a vedere le file di persone che aspettano di comprare un libro, di leggere un libro. Quindi speriamo bene.
Qual è stata la scintilla che ha fatto nascere la sua passione per la letteratura?
È molto difficile dirlo. Intanto, per me è stato importante l’incontro con una professoressa bravissima del ginnasio che ci ha fatto leggere di tutto, veramente di tutto. Per me da ragazzina è stata importante anche la fantascienza, non so Asimov, che non solo mi faceva vedere altri mondi possibili, ma appunto me li metteva sotto gli occhi. Quindi la lettura credo che sia soprattutto questo, cioè darti l’idea che esistono altri mondi possibili e la fantascienza in fondo prendeva questa idea alla lettera.
Francesco di Nuzzo