In occasione della conferenza stampa di giovedì 11 aprile, abbiamo avuto l’occasione di parlare con il direttore artistico del Premio, che ci ha rivelato le aspettative sulla nuova edizione e i suoi progetti futuri
Quanti sono i libri sul comodino di Stefano Salis? E perché il suo prossimo volume tratterà proprio di unicorni? In occasione della conferenza stampa ufficiale del Premio Costa Smeralda, che si è tenuta giovedì 11 aprile presso la Fondazione Luigi Rovati di Milano, abbiamo avuto l’occasione di parlare con il direttore artistico del premio, che ci ha rivelato le aspettative sulla nuova edizione e i suoi progetti futuri.
Squadra vincente non si cambia, cosa pensa dei suoi colleghi giurati?
Ho una grandissima stima personale e anche amicizia. Sono tutte persone che conoscevo da molto prima del Premio Costa Smeralda, delle quali mi fido ciecamente, sia per la loro qualità intellettuale che è fuori discussione, sia per le qualità umane. Anzi, devo dire che probabilmente nel formare la giuria ristretta del Premio Costa Smeralda ho tenuto presente due sole caratteristiche: di avere più donne nella cinquina – quindi tre su cinque – e di avere persone simpatiche e competenti.
In questo momento sei impegnato in un lavoro letterario, stai scrivendo o stai progettando?
Si, sto progettando una mostra e un libro su un tema molto particolare. Io ho scritto e curato dei libri molto strani, non dei romanzi – che non sono capace a scrivere – ma dei libri molto particolari su arte a metà strada fra cultura, saggio, ricerca artistica. Uno era sugli scacchi, l’altro era sulle pietre di questo scrittore francese, che si chiamava Roger Caillois. Adesso sto pensando ad una mostra e a un libro che parlano degli unicorni, che è un animale fantastico, che è pienamente presente nell’immaginario Comune, ma di cui si sa pochissimo.
Come giornalista e come intellettuale sei noto per le contaminazioni che l’arte a 360° influenzano il tuo scrivere, anche nei tuoi articoli. Quanto questo influenza il premio Costa Smeralda nelle scelte di premi speciali e delle partecipazioni?
Ti ringrazio per questa domanda, perché è esattamente la direzione che io cerco di portare al Premio. Non sono per le cose a compartimento stagno, penso che l’arte sia dappertutto, non nei quadri non nei musei. Penso che ci sia arte nel chiudere bene un tortellino, penso che ci sia arte nel cucire perfettamente un’asola, penso che ci sia arte nel saper prendere il vento giusto in barca quando sei in una situazione di tranquillità o anche di difficoltà. Dobbiamo uscire da questi steccati, che ci hanno fatto pensare così dall’800 in poi, e portare e vedere l’arte dove meno ce lo aspettiamo. Anche per il premio Costa Smeralda dobbiamo andare in questa direzione. È chiaro che se uno è bravissimo a fare il musicista lo premiamo per quello, ma non per questo non potremmo un domani premiare con la stessa passione e qualità una che è bravissima a fare delle camicie alla sarda riviste in chiave internazionale contemporanea. Questa è la direzione nella quale ci dobbiamo muovere, perché la cultura è una ed è espansa su tutto il campo del sapere.
Ultimissima domanda: quanti libri ci sono sul tuo comodino?
Bisogna distinguere fra i libri sul comodino – che sono sempre tre, quattro – e i libri, purtroppo in pdf, che mi tocca leggere quasi quotidianamente per valutarli all’interno del mio lavoro giornalistico. E per leggerli, e purtroppo dico la verità, i libri in pdf hanno una incidenza di lettura superiore a quelli di carta, ma solo quelli di carta sono quelli che poi faccio arrivare o compro per tenerli con me. Perché la libreria, come dico sempre, è la tua vera autobiografia.
Arianna Pinton e Riccardo Lo Re
Crediti foto: Riccardo Lo Re