Il dibattito è avvenuto in occasione della trasmissione televisiva Timeline, andata in onda su Rai 3
Dopo un botta e risposta a distanza sul tema dello schwa, Barbara Alberti e la sociolinguista Vera Gheno si sono confrontate su temi legati al linguaggio inclusivo nel corso della trasmissione televisiva Timeline. Il programma, andato in onda su Rai 3, ha colto l’occasione per un dibattito serio e costruttivo sull’argomento dopo che le polemiche si sono protratte a lungo tra le due intellettuali. Barbara Alberti, nel parlare in modo burlesco dello schwa, è stata contestate dalla sociolinguista che, citando le parole della scrittrice, l’avrebbe definita «una vecchia, nel nome dell’inclusione. Rispetto i suoi studi, però mi sembra che sia incoerente visto come si è pronunciata. Allora non posso dire che la schwa è una stupidaggine? È una cosa da dandy, da circolo letterario molto divertente. Ma per me è assurda».
«È difficile rispondere a un attacco che si basa su una cosa che non è successa», ha replicato Vera Gheno nella puntata dell’8 luglio «Per sicurezza sono andato a vedere cosa ho scritto sui social e cosa ho detto nel mio podcast Amare parole. Rispetto all’uscita di Barbara Alberti non ho parlato della sua età perché non è il tema. Quello che ho contestato è che nel libro dice delle cose inesatte. Non è questione di ironia o meno, ma è di fornire delle informazioni sbagliate».
Dallo scontro a distanza si è poi arrivati alla pace definitiva sempre nello studio televisivo di Timeline. Barbara Alberti ha sostenuto di aver letto un articolo con quell’epiteto, ma la sociolinguista Vera Gheno ha più volte negato sostenendo di non scrivere normalmente sui giornali. «Nel podcast ho semplicemente spiegato cosa c’era di scorretto sullo schwa nel libro Tremate, Tremate. Le streghe son tornate» ha detto la sociolinguista riferendosi in particolare a un pezzo in cui Barbara Alberti gioca con la pronuncia della lettera Ə come se fosse una ‘u’. In quel caso l’autice, con tono ironico, ha provato a immaginarsi la Divina Commedia scritta e tradotta utilizzando il linguaggio inclusivo (“Nel mezzu del camminu di nostru vitu”). Una scelta che non è stata però apprezzata dalla sociolinguista che ha riposto tramite il podcast pubblicato dal Post. «Probabilmente si trattava di una boutade, ma in tempi di fake news» Vera Gheno ci ha tenuto a entrare nel merito sulla questione senza mai arrivare all’insulto o all’offesa verbale. Dunque pace fatta.
Riccardo Lo Re