L’ultimo libro dello scrittore siciliano contiene nella bandella di copertina una menzione speciale al Premio Costa Smeralda
Scrittore ed ex docente di Colture arboree presso l’Università di Palermo, Giuseppe Barbera è da sempre attento alle tematiche ambientali e di preservazione del territorio, un impegno che ha saputo mantenere vivo anche nel suo ultimo libro “Agrumi. Una storia del mondo”, in cui descrive l’epopea millenaria di uno dei cibi più importanti della storia umana.Ma questo volume è importante non solo per il contenuto, ma anche per la presenza di un dettaglio molto particolare.
L’ultimo libro dello scrittore siciliano contiene, infatti, una gradita sorpresa per tutti i sostenitori del Premio Costa Smeralda: una menzione speciale – nella bandella della terza di copertina – al premio Cultura del Mediterraneo, uno dei premi speciali assegnati annualmente dal Consorzio nell’ambito del suo concorso letterario e vinto da Barbera nel 2022 con il libro “Il giardino del Mediterraneo”. Nello specifico, questo riconoscimento è rivolto a personalità o progetti che hanno saputo valorizzare e tutelare la cultura del Mediterraneo, promuovendo l’incontro dei popoli e delle differenti culture di tutto il suo bacino. Un segno importante di come il Premio Costa Smeralda stia ricevendo sempre di più l’approvazione del mondo letterario, la cui promozione è da sempre uno dei suoi obiettivi principali.
Un’origine che viene da lontano
“Agrumi. Una storia del mondo” è l’ultimo libro di Giuseppe Barbera, un racconto dettagliato sulla storia degli agrumi dall’antichità fino ai giorni nostri. Infatti, frutti come arance e limoni sono stati coltivati per migliaia di anni in Asia, tanto che la loro prima menzione è giunta fino a noi proprio dalla Cina, più di 4mila anni fa. La coltivazione di questi frutti si è poi diffusa nel resto del mondo, prevalentemente grazie al commercio e alle conquiste arabe,che ne hanno permesso la diffusione anche in Italia. Al tempo degli antichi greci erano chiamati esperidi, come le ninfe che proteggevano le preziose mele d’oro nel giardino di Zeus, mentre in Cina erano una merce così rara da rendere necessario l’istituzione di un Ministero degli Agrumi apposito per portare le arance alla corte dell’Imperatore. Ma gli agrumi erano certamente conosciuti anche durante l’Impero Romano, a partire dal cedro, chiamato con il nome di pomo di Persia. Questi sono solo alcuni degli aneddoti con cui l’autore ha legato agli agrumi il passato e il presente dell’umanità, mostrando come questi frutti siano stati importanti per lo sviluppo delle civiltà per come le conosciamo.
Francesco di Nuzzo