L’evento si terrà il 15 gennaio a Chiaravalle al teatro Tullio Giacconi. Un confronto sul ruolo del linguaggio come specchio del futuro
Comincerà il 15 gennaio la rassegna Parlare Futuro. Un ciclo di incontri dedicati ai temi più importanti del nostro tempo che daranno la possibilità al pubblico di riflettere sull’attualità e sul futuro. L’evento, giunto alla sua quattordicesima edizione, vedrà la partecipazione di scrittori e intellettuali pronti a un confronto costruttivo e al dialogo con il pubblico. La direttrice artistica Oriana Salvucci ha scelto per quest‘anno di unire gli appuntamenti in un unico filo rosso: Siamo le parole che usiamo. Uno slogan che rispecchia in pieno il messaggio di Vera Gheno, ospite dei questa nuova edizione e finalista del Premio Costa Smeralda 2024.
Il linguaggio non va infatti visto solo come strumento per esercitare il nostro pensiero ma come mezzo in grado di rappresentare e modificare la realtà. È la parola a definire ciò che siamo e l’identità complessiva di una società. Da questa prima riflessione, quella sul linguaggio, si svolgeranno tutti gli interventi cercando un confronto su un futuro possibile. Tra i temi che saranno affrontati spiccano quelli legati all’economia, le sfide della migrazione, la globalizzazione e il lavoro. E non mancheranno spunti sul tema della cittadinanza, delle nuove famiglie, dei cambiamenti climatici, dell’inclusione e della mancanza di speranza della società.
Non sarà semplice snocciolare ogni singola materia, ma Parlare Futuro si è posto come obiettivo «che il potere decisionale sul futuro è ancora della collettività e che essa può, tramite consapevolezza e partecipazione, dargli la forma che esattamente vuole». A dare il via alla rassegna sarà la città di Chiaravalle che il 15 gennaio alle 21:15, nella cornice del teatro Tullio Giacconi, ospiterà la brillante sociolinguista Vera Gheno per una interessante intervista sul linguaggio come mezzo di rappresentazione e definizione della realtà, strumento di conoscenza e specchio di un futuro possibile.
Riccardo Lo Re