L’autrice e sociolinguista è pronta a portare “Immaginare futuri con le parole” al Teatro Comunale il 19 dicembre
Comincia ufficialmente la stagione al Teatro di Cesenatico. Un cartellone ricco di grandi appuntamenti per gli amanti delle grandi storie. Ad aprire le danze sarà la sociolinguista, ricercatrice e divulgatrice italiana Vera Gheno. La scrittrice, specializzata in comunicazione digitale, presenterà “Immaginare futuri con le parole” il 19 dicembre alle 21. Un’occasione per vedere dal vivo l’autrice e conduttrice del post Amare Parole per il quotidiano ilPost in un confronto acceso tra i “grammamanti” e i “grammarnazi”.
Tra i suoi libri più conosciuti troviamo Guida pratica all’italiano scritto, Femminili singolari, La tesi di laurea, Le ragioni del dubbio e Chiamami così. Il volume Parole d’Altro Genere è stato invece selezionato tra i testi finalisti del Premio Costa Smeralda nella sezione dedicata alla saggistica.
«Chi può definirsi grammamante?» si chiede la scrittrice. «Chi ama la lingua in modo non violento, la studia e così comprende di doverla lasciare libera di mutare a seconda delle evoluzioni della società, cioè degli usi che le persone ne fanno ogni giorno parlando». Gheno definisce grammarnazi chi «difende la lingua chiudendosi dentro a una fortezza di certezze tanto monolitiche quanto quasi sempre esili; chi decide di abbracciare la filosofia grammamante, invece, non ha paura di abbandonare il linguapiattismo, ossia la convinzione che le parole che usiamo siano sacre, immobili e immutabili».
Vera Gheno, che ha collaborato per vent’anni con l’Accademia della Crusca e insegna all’Università di Firenze coordinando il Laboratorio di italiano scritto per Scienze Umanistiche per la Comunicazione, sostiene che la lingue e le parole cambiano «malgrado la volontà violenta di chi le vorrebbe sempre uguali a loro stesse: alcune si modificano, altre muoiono, ma altre ancora, nel contempo, nascono. E tutto questo dipende da noi parlanti: non c’è nessuna Accademia che possa davvero prescrivere gli usi che possiamo farne; siamo noi a deciderlo e permettere il cambiamento».
Riccardo Lo Re