Con la nuova edizione ormai in pieno svolgimento, abbiamo parlato con la giudice riguardo le novità del Premio Costa Smeralda
Tra i maggiori studiosi contemporanei di letteratura italiana e cultura del Rinascimento, Lina Bolzoni è dal 2022 una delle giurate del Premio Costa Smeralda. In occasione dell’edizione 2024 del premio letterario, la cui premiazione si svolgerà a Porto Cervo ai primi di maggio, abbiamo avuto l’opportunità di parlare con la professoressa, che ha gentilmente condiviso con noi alcune riflessioni sul premio letterario rispondendo, in pillole, a qualche domanda.
La scorsa edizione è stato un grande successo per il Premio Costa Smeralda. Cosa si aspetta dall’edizione 2024?
Che lo sia altrettanto! Almeno, ci siamo molto impegnati perché lo sia e quindi siamo fiduciosi su questo.
Quali sono i criteri nella scelta della rosa dei finalisti?
Intanto che si tratti di libri che mi piacciono. Di libri che abbiano una una forte individualità, che esprimano molto bene il punto di vista di chi li scrive, e anche a volte un po’ fuori dalle regole, nel senso di fuori dagli schemi, dalle divisioni tra i diversi generi. Ma soprattutto mi devono piacere e avere un significato che possa parlare a un pubblico ampio.
Come e dove trova il tempo di leggere così tanti libri?
Perché leggere è un piacere. Oltre ai libri che leggo per lavoro è molto bello leggere anche in modo disinteressato, perché questo aiuta anche a fare la ricerca specialistica e non chiudersi nel proprio lavoro, ma cercare di leggere il più possibile nei campi più diversi. Non solo è bello ma è una cosa, secondo me, che aiuta anche il lavoro.
Perché ha scelto di far parte della giuria del Premio Costa Smeralda?
Perché sono stata invitata a farlo, mi ha fatto piacere e ormai sono diversi anni che collaboro ed è sempre un’esperienza molto bella di confronto con gli altri membri della giuria. Ognuno di noi viene da esperienze diverse, quindi è veramente una bellissima occasione per confrontarci con molta libertà tra i nostri punti di vista.
Si considera un’intellettuale?
Non so se mi considero un’intellettuale, forse sì perché ho fatto un lavoro intellettuale, nel senso che ho insegnato, ho scritto e tuttora insegno e scrivo. Qual è il ruolo dell’intellettuale oggi è molto difficile dire. È un ruolo che via via ci dobbiamo reinventare e nello stesso tempo è importante mantenere il senso del valore dei contenuti. E questo effettivamente in una società dominata dall’immagine e dall’apparenza non è facile. Però credo che valga la pena di farlo e che sia importante che sia anche bello cercare di farlo.
Che rapporto ha con i social?
Nessuno, nel senso che non sono né su Facebook né su Instagram. Mi rendo conto che in questo modo mi taglio anche fuori da una serie di comunicazioni, però per il momento preferisco così, cioè preferisco mantenere una libertà che temo che i social non diano.
C’è un libro in cui si è immedesimata di più nel corso delle sue letture?
Le poesie di Emily Dickinson, oppure le poesie di Baudelaire, che sono state dei testi poetici che ho letto mentre ero adolescente e che mi hanno poi accompagnato anche nel corso degli anni.
Riccardo Lo Re e Francesco di Nuzzo