La giudice del Premio Costa Smeralda riflette sulla condizione umana nel suo ultimo articolo per la rubrica Animali da cortile
Un giorno, anziché spiccare il volo, un piccione decide di arrampicarsi gradino dopo gradino sul ponte di Calatrava a Venezia. Questa insolita circostanza, apparentemente trascurabile, è l’inizio di una lucida riflessione della scrittrice Chiara Valerio sulla complessità della vita e pubblicata come articolo per la rubrica Animali da Cortile su D., l’inserto settimanale del quotidiano La Repubblica dedicato a tematiche di società, cultura e moda. È possibile leggere l’articolo completo sul sito del quotidiano.
In questo suo intervento, la giudice del Premio Costa Smeralda analizza lo strano comportamento di questo volatile, associandolo all’immagine iconica del “dolore piumato” descritto dalla poetessa inglese Emily Dickinson e all’armonia dei suoni degli archi nell’album di Teho Teardo, che ricorda proprio il lamento degli uccelli. Questa linea di pensiero conduce la scrittrice a citare come esempio anche la raccolta di racconti La vita altrove dell’autrice messicana Guadalupe Nettel, in cui gli uccelli svolgono un ruolo significativo e ricorrente per esplorare temi più profondi legati all’imprefedibilità della vita umana. In particolare, nei racconti Imprinting e Albatri Vaganti – entrambi contenuti nella raccolta – l’autrice messicana riesce a trasmettere in modo magistrale la profonda complessità della vita di tutti i giorni e dei personaggi centrali delle storie. Simboli di leggerezza e di libertà per antonomasia, gli uccelli portano con loro una sensazione di meraviglia e possibilità illimitate, da sempre adoperata come figura retorica da poeti e scrittori. L’immagine del piccione che gioca salendo la scala del ponte di Calatrava sembra così evocare un senso di leggerezza anche nelle situazioni più difficili, un richiamo a quel meccanismo psicologico tipipicamente umano del trovare la bellezza anche nelle circostanze più avverse, in un costante equilibrio tra opposti che sembrano inconciliabili, proprio come lo sono il volare e il salire le scale .
Francesco di Nuzzo