Edito per Aboca Edizioni, l’ultimo libro della scrittrice e giudice del Premio Costa Smeralda esplora la storia e i significati dietro alla pianta del ricino
Può sembrare poca cosa, la pianta del ricino, ma non per chi riesce a guardare oltre la sua apparente marginalità. Da olio per lampade a strumento di tortura, nel corso dei secoli il ricino si è trovato suo malgrado ad essere sia dalla parte giusta che da quella sbagliata della storia umana, una duplice natura che Elena Loewenthal, scrittrice e giudice del Premio Costa Smeralda, ha deciso di esplorare con il suo ultimo libro All’ombra del ricino, edito da Aboca Edizioni.
Il libro fa parte della collana Il bosco degli scrittori, che si propone di raccontare il mondo attraverso il confronto con il mondo naturale delle piante. Nel libro la particolare ambiguità di questo arbusto viene esplorata considerando il significato simbolico e pratico del ricino, facendo riferimento sia ad episodi del mito biblico che ad esperienze personali dell’autrice. Tra i protagonisti del volume c’è anche David Ben Gurion, Primo Ministro israeliano dal 1948 al 1953 e ricordato come padre fondatore della nazione. Sullo sfondo del romanzo figura la città israeliana di Tel Aviv, simbolo della rinascita di tutto un popolo.
La grande ombra di un piccolo arbusto
È impossibile purtroppo non associare il ricino al suo sgradevole olio, usato durante il fascismo dalle camicie nere come punizione umiliante riservata ai dissidenti del regime e agli avversari politici. Fortunatamente gli usi e significati di questa pianta vanno ben oltre quel triste periodo. Il ricino, infatti, era già ampiamente utilizzato in epoche antiche, basti pensare che i semi della pianta sono stati rinvenuti nelle tombe dell’Antico Egitto risalenti al 4000 a.C. L’olio del ricino veniva usato in India come combustibile per le lampade e lassativo, e lo storico Erodoto ne fa menzione come unguento per il corpo. La pianta è citata anche nella Bibbia all’interno del libro di Giona, in un episodio in cui il profeta si riposa all’ombra di una pianta di ricino mandatagli da Dio.
Francesco di Nuzzo