La scrittrice ha commentato l’intervento di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, paragonando il suo comportamento a quello dell’eroina della famosa tragedia di Sofocle
I femminicidi rappresentano una questione profondamente radicata nella nostra cultura. La tragica morte di Giulia Cecchettin per mano del suo ex ragazzo, Filippo Turetta, non è semplicemente l’ennesima vicenda mediatica che ha scosso l’opinione pubblica, ma piuttosto l’ultimo capitolo di una serie di delitti che non possono essere considerati casi isolati. Si tratta di un problema con radici culturali profonde, spesso trascurato, e una tragedia che, fino a questo momento, si è svolta nell’indifferenza generale.
Intervenuta sulla vicenda durante la puntata del 20 novembre del podcast Metropolis, Chiara Valerio ha elogiato le parole di Elena, sorella di Giulia, paragonando il suo comportamento a quello di Antigone, protagonista dell’omonima tragedia di Sofocle. Proprio come nel dramma la donna agiva per onorare il fratello defunto, con il suo appello – che già sta facendo il giro del web e dei social – Elena si impegna a prevenire che si verifichino altre tragedie simili coinvolgendo l’opinione pubblica. Seguendo le parole della ragazza, la scrittrice ha sottolineato come la sensibilizzazione sul problema dei femminicidi non debba limitarsi solo all’ambiente scolastico, ma che educare rappresenti, invece, un dovere per l’intera comunità al quale nessuno può sottrarsi.
Una tragedia moderna
Tra le opere classiche più celebri, l’Antigone occupa certamente una posizione di rilievo. Inserita nel Ciclo Tebano del drammaturgo Sofocle, la vicenda si concentra sul personaggio di Antigone, figlia di Edipo e sorella di Eteocle e Polinice. Dopo la guerra tra Tebe e Argo, entrambi i fratelli perdono la vita in battaglia. Tuttavia, il nuovo re di Tebe, Creonte, decide di onorare solo Eteocle, considerando Polinice un traditore e negandogli una degna sepoltura.
Ribellandosi alle leggi, Antigone sceglie di seppellire comunque il corpo del fratello, sfidando apertamente il divieto regale. Su questa singola azione ruota tutto il conflitto del dramma, che mette in contrasto la legge umana, rappresentata da Creonte, e il dovere morale dettato dalle leggi divine. Con il suo coraggio, Antigone incarna la sfida a un’autorità oppressiva, anche a costo delle conseguenze più estreme, e apre un dibattito sui temi sociali ancora oggi molto attuali, come la giustizia e la relazione tra l’individuo e lo stato.
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Francesco di Nuzzo