Lo scrittore, in un’intervista pubblicata su La1 in Svizzera, ha raccontato il suo legame nei confronti della capitale francese e della scrittrice Simone de Beauvoir
Björn Larsson si racconta in una splendida intervista su La1. L’occasione è un nuovo programma dedicato ai libri dal titolo Nero su bianco. Una trasmissione che rappresenta un viaggio nel mondo della lettura aperto a tutti: dai lettori che non hanno perso mai tempo per sfogliare le pagine dei classici o dei best seller, a quelli invece alle prime armi e non vede l’ora di cominciare. Su RSI LA1 la conduttrice Rachele Bianchi Porro offre al pubblico delle vere chicche tra consigli di lettura e riflessioni legate al mondo della letteratura e non solo.
L’ospite di questo programma è stato il vincitore del Premio Internazionale Costa Smeralda 2025 che, in un’ampia intervista, ha svelato alcuni aspetti interessanti della sua scrittura, a partire dai libri che lo hanno più ispirato. Il confronto si è spostato infatti su Parigi, città che stata spesso il buen retiro di intellettuali e scrittori da tutto il mondo. La cultura ha di fatto arricchito questa metropoli. Teatri, monumenti, le fotografie di Henry Cartier-Bresson, per non parlare dei film di Godard. Non per ultimi troviamo i caffè letterari iconici della Belle Epoque come il Café de Flore di Parigi, conosciuto negli anni per la presenza di intellettuali di fama come Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir.
È proprio quest’ultima a essere stata la musa di Björn Larsson, autore di La vera storia del pirata Long John Silver. Lo scrittore non ha nascosto il suo amore per Parigi e per la sua straordinaria effervescenza. A ispirarlo in particolare è stato proprio uno dei suoi libri L’età forte: «Sono andato a Parigi a 16, 17 anni.Mi trovavo bene, non so spiegare bene perché», ha detto Larsson a Rachele Bianchi Porro. Ad un certo punto «ho anche iniziato a sognare quella vita da scrittore a Parigi. Non so quale libro sia stato il primo, però questo di Simone de Beauvoir è uno dei primi che mi ha raccontato la vita nei caffè, incontrare gente… e poi lei era una che voleva leggere, vedere tutti i film, lei aveva una sete di vivere che mi ha impressionato, e mi ha fatto sognare».
Riccardo Lo Re
