La scrittrice si è aggiudicata il riconoscimento con il libro “Di spalle a questo mondo”, vincitore del Premio Costa Smeralda nella sezione narrativa
È successo davvero. Wanda Marasco, con il romanzo Di spalle a questo mondo (Neri Pozza), ha vinto il Campiello, uno dei concorsi più prestigiosi in Italia.
La finale, condotta da Giorgia Cardinaletti con la partecipazione di Luca Barbarossa e la Social Band, si è aperta con i saluti del Presidente della Fondazione Il Campiello e di Confindustria Veneto Raffaele Boscaini. A quel punto si è passati con la cerimonia vera e propria e la proclamazione dei vincitori.
Dopo il successo ottenuto al Premio Costa Smeralda, dove si è aggiudicata la sezione narrativa dopo aver convinto una giura d’eccezione presieduta da Stefano Salis, ha ottenuto 86 voti sui 282 inviati dei Trecento Lettori Anonimi. Al secondo posto si è classificato Fabio Stassi con “Bebelplatz” (Sellerio) con 83 voti, Monica Pareschi con “Inverness” (Polidoro) con 58 voti, Alberto Prunetti con “Troncamacchioni” (Giangiacomo Feltrinelli) con 36 voti e Marco Belpoliti con “Nord Nord” (Giulio Einaudi editore) con 19 voti.
Wanda Marasco non nasconde l’emozione per la vittoria ottenuta in questo appuntamento organizzato dalla Fondazione Il Campiello – Confindustria Veneto: «Ho molta gioia per questo premio, è come se mettessi un chiodo duro e morbido alla mia storia. Dedico questa vittoria a tutto ciò che nella vita e in letteratura mi ha consegnato amore e conoscenza».
Per Raffaele Boscaini, Presidente della Fondazione Il Campiello e Confindustria Veneto, «Il Premio Campiello è nato dalla visione degli industriali del Veneto come forma di restituzione al Paese e alle future generazioni: restituire cultura, valore e identità. La cultura è ciò che ci forma, ci rende più consapevoli e liberi, ma è anche un gesto collettivo che ci unisce come comunità e ci racconta al mondo».
In queste 63 edizioni, prosegue, «il Campiello ha dimostrato di essere un premio che guarda lontano, fondato su radici solide ma in costante evoluzione, capace di aprirsi al nuovo e ai giovani interpretando i cambiamenti della società. Sostenere la cultura oggi significa investire nel futuro del Paese, perché è un vero e proprio motore di crescita civile, sociale ed economica, parte integrante di quel Made in Italy che ci rende riconoscibili ovunque».
Riccardo Lo Re
