Alicia Gimènez-Bartlett pubblica la sua antologia su un personaggio amato dal pubblico italiano
L’agente Petra Delicado è di certo uno dei personaggi più amati dal pubblico italiano. C’è chi l’ha conosciuta sfogliando le pagine di uno dei tanti romanzi usciti fino ad ora. E chi invece ha avuto il piacere di incontrarla per la prima volta su piccolo schermo grazie alla interpretazione dell’attrice Paola Cortellesi. Ora Alicia Gimènez-Bartlett, protagonista nella scorsa edizione del Premio Costa Smeralda dove si è aggiudicata il Premio Internazionale, è tornata con una splendida antologia che si sofferma proprio sulla ispettrice Petra Delicado e su Fermin Garzon. Si tratta di a Una poco di buono. Un racconto, pubblicato da Sellerio, che si suddivide in sei indagini in un equilibrio perfetto tra tensione e divertimento, com’è nel suo stile.
In questo caso a emergere sono gli opposti che si attraggono. Da un lato Petra Delicado, una ispettrice femminista, determinata, idealista, pronta a tutto per raggiungere il risultato. Dall’altro Fermín Garzón, più sentimentale e vecchio stampo.
Le indagini di Una poco di buono sono tutte già apparse e sparse in precedenti antologie distribuite da Sellerio. Eppure metterle insieme offre una visione completa della impronta letteraria di Alicia Giménez-Bartlett. Una scrittrice capace di partire dalla materia delle strade di città per realizzare delle opere dai misteri opachi.
In questo quadro della società spagnola, il primo racconto Il primo racconto si apre sul cadavere di un’anziana prostituta che sembra una mascherata, «buttato lì come una vecchia bambola rotta; era perfino difficile provare pietà; tutto era così grottesco». Ed è così che cominciano anche gli altri racconti: un cadavere indefinibile, l’indagine, la scoperta di ambienti che riflettono invece una certa normalità, dalle famiglie ben messe, gli individui irreprensibili, le vite tranquille. Il bello di queste storie è che a narrarle ci pensa la stessa Petra che non nasconde il suo carattere scontroso – che fa emergere il passato femminista e la gioventù radicale – e il suo graffiante umorismo nei dialoghi con Fermín.
Riccardo Lo Re
