I prossimi appuntamenti del filosofo finalista del Premio Costa Smeralda 2024 a Torino e a Milano
Maurizio Ferraris protagonista in due città italiane. Si parlerà di tecnologia, etica, intelligenza artificiale, ma anche di viaggi e pensieri legati alla nostra esistenza.
Il primo appuntamento si terrà il 21 novembre 2024 alle ore 17 presso la Biblioteca Bobbio (Sezione Merlini, Campus Luigi Einaudi, Lungo Dora Siena 100). Un evento che fa parte di un ciclo di incontri italo-francesi “I.ntelligenz.A” organizzati dall’Istituto francese Italia, in partenariato con l’Università di Torino e vede come organizzatori: Maria Margherita Mattioda e Claire-Emmanuelle Nardone.
Il progetto di Public Engagement “AI debating. La promozione dell’AI nel dibattito pubblico per la valorizzazione della conoscenza” coinvolge nove dipartimenti dell’Università di Torino che si occuperanno dei limiti dell’intelligenza artificiale in quello che si può definire un confine tra tecnologia ed etica. La conferenza, dal titolo “Fra tecnologia e etica: quali limiti all’intelligenza artificiale?”, offrirà una grande occasione di dialogo tra due grandi esperti della materia: Daniel Andler, docente di logica matematica, filosofia della scienza e scienze cognitive; e Maurizio Ferraris, filosofo e finalista lo scorso anno del Premio Costa Smeralda. Il tutto sarà seguito da una discussione con Alberto Oddenino e Antonio Romano.
Maurizio Ferraris, professore ordinario di filosofia teoretica all’Università di Torino, sarà inoltre ospite de Il tempo del viaggio, l’evento organizzato da Dove con il Corriere della Sera e dedicato alle impronte che ogni viaggiatore ha lasciato nel suo lungo percorso. Nel 2024 Imparare a vivere, il suo ultimo libro, Ferraris pone una serie di riflessioni sull’esistenza. Ricordi stratificati (o “impronte” come il titolo dell’incontro) che avevano bisogno di trasformarsi in parole forti e chiare. “Più che tappe sono forme che l’esistenza può prendere, e che possono presentarsi a qualunque età”, afferma il filosofo nella nostra intervista. “Per esempio l’idea del sopravvivere, la possibilità di una vita dopo la vita, si è presentata in me molto presto, sicuramente avevo meno di dieci anni: la morte era ancora lontana eppure, ricordo, mi chiedevo se ci fosse qualcosa dopo. E concludevo che purtroppo non c’era niente”.
Riccardo Lo Re