Per la scrittrice il romanzo d’esordio di Paulina Spicchowicz racconta il trauma della crescita, del conflitto di classe e di quello tra le diverse culture
Ginevra Lamberti è rimasta particolarmente colpita dal romanzo d’esordio di Paulina Spicchowicz. La scrittrice, finalista del Premio Costa Smeralda 2024, ha deciso di scrivere una recensione sul libro Mentre tutto brucia, pubblicato a gennaio da Nutrimento. Un testo che, a giudicare dallo stile e dal contenuto proposto dalla giovane autrice di Cracovia, mostra tutta la sua maturità nel saper descrivere l’adolescenza in ogni suo aspetto.
Il romanzo Mentre tutto brucia è ambientato nell’ estate anni Novanta a Ostia. Kamil e Beatrice hanno sedici e diciassette anni e decidono di tornare in Italia dalla madre dopo un anno in Polonia dal padre. Kamil ha sentito la mancanza di Roma, soprattutto degli amici e della madre, Viola. Non è dello stesso avviso Beatrice, che non ha mai avuto un rapporto profondo con l’Italia. Eppure l’adolescenza è un periodo dove tutto può succedere e dove ogni cosa – amori, amicizie, dolori – può cambiare l’esistenza di ognuno di no. Kamil si rifugia nel branco, costretto a celare le fragilità e mostrare solo i muscoli. Beatrice s’innamora per la prima volta, accecata dalla passione per Nico. Odiato da Kamil, ex detenuto per spaccio, Nico sente che il destino che gli hanno cucito sopra – droga, furti, violenza – gli va stretto e vuol essere migliore per Beatrice.
Ginevra Lamberti ha elogiato il libro di Paulina Spicchowicz per la sua capacità di raccontare una «storia eterna la trauma della crescita, del conflitto di classe e di quello tra culture dominanti e culture migranti».
Come avviene in una società che s’incattivisce e dove il divario sociale si allarga e non accenna a fermarsi, «nel mezzo c’è una voragine. Ma le ragazze e i ragazzi di Mentre tutto brucia, anziché stare al limite dei rispettivi margini e confini in quella voragine si buttano e in fondo a quell’abisso s’incontrano».
Riccardo Lo Re
