La galleria si arricchisce con la mostra Piero Manzoni: Total Space e Yoichi Ohira: Japan in Murano
Settembre è il mese delle novità per il Magazzino Italian Art di New York fondato da Giorgio Spanu. La visione e la prospettiva restano le stesse come la valorizzazione dell’arte povera italiane e le ultime novità frutto dell’ingegno degli artisti contemporanei. Tutto questo sarà al centro di due esposizioni ben distinte: la prima, dedicata a Piero Manzoni; la seconda alla talentuosa Yoichi Ohira.
Dall’8 settembre il magazzino allestirà la mostra Piero Manzoni: Total Space, curata da Nicola Lucchi. Un’esposizione aperta a tutti fino al 26 marzo 2026 e con alcune chicche di assoluto interesse come i due ambienti immersivi a grandezza naturale pensati dall’artista nel 1961: la Stanza Pelosa e la Stanza Fosforescente. Saranno presenti assieme ad altre opere concesse al museo creato da Nancy Olnicke e Giorgio Spanu a Cold Springs.
Un primo passo rilevante dell’artista era già avvenuto nel 1957 con i cosiddetti Achrome: lavori in gesso su tela dove il bianco non aveva alcun valore allusivo o simbolico, ma era una superficie incolore. Questo nuovo linguaggio è stato alla base di un percorso creativo del’artista che ha sempre posto l’accento sul lato sperimentale delle sue opere. Basti pensare agli spazi incolori e neutri con i materiali diversi come il caolino, il cotone idrofilo, il polistirolo e le fibre sintetiche. Il passo evolutivo dell’arte di Piero Manzoni arriva proprio nel 1961 con due stanze di pelliccia bianca e di vernice fosforescente. Se è vero che questo progetto è stato messo per iscritto all’amico Henk Peeters, Manzoni non vedrà mai le sue due installazioni realizzate. La sua prematura scomparsa a soli 29 anni ha portato a una sospensione temporanea del progetto che da carta si sarebbero tramutate in qualcosa di concreto nel 2019 nella mostra Piero Manzoni: Materials of His Time di Hauser & Wirth Los Angeles. La Fondazione Piero Manzoni e Hauser & Wirth incaricarono l’architetto newyorkese Stephanie Goto di realizzare quei progetti.
Gli ambienti – affermano dal Magazzino Italian Art – rappresentano un’estensione inedita del percorso dell’artista. Presentano la logica degli Achrome, “che travalicano la bidimensionalità per trasformarsi in spazi abitabili e sensoriali”, ma non smettono di relazionarsi con il lato ironico e concettuale di opere celebri come le Linee, i palloncini gonfiati con il fiato dell’artista.
«Siamo grati alla Fondazione Manzoni e a Hauser & Wirth per aver affidato questo importante dono a Magazzino, dove ora potranno essere ammirati insieme alla vasta collezione di Arte Povera del museo. Con questo dono si riconosce a Magazzino di essere un punto di riferimento negli Stati Uniti per la conoscenza, la conservazione, lo studio e la divulgazione dell’arte italiana del dopoguerra», hanno dichiarato i fondatori di Magazzino Italian Art, Nancy Olnick e Giorgio Spanu, Premio Speciale 2025 a Porto Cervo.
Da non perdere infine Yoichi Ohira: Japan in Murano. Una mostra interamente dedicata all’’artista giapponese che è diventata una figura di riferimento nella creazione di opere in vetro veneziano sull’isola di Murano, in Italia. L’esposizione sarà composta di circa 60 opere che risaltano la sua magistrale abilità di unire le influenze giapponesi con le tradizioni italiane, tenute insieme dalla forma della materia, e dalla sua assoluta inventiva.
Riccardo Lo Re
Credits: Magazzino Italian Art
