Centro di permanenza temporanea sarà parte della sezione Contrechamp della rassegna organizzata nella sede dell’Accademia di Francia a Roma
Ci sarà anche un’opera di Adrian Paci, Premio Cultura del Mediterraneo 2025 a Porto Cervo, nel programma quinta edizione del Festival di Film di Villa Medici in programma dal 10 al 14 settembre a Roma. La manifestazione, organizzata nella sede dell’Accademia di Francia, mette in esposizione tutti i legami tra cinema e arte contemporanea diventando una tappa fondamentale del calendario culturale romano. In questo viaggio attraverso linguaggi e visione del mondo saranno presentati oltre trenta film provenienti da più di venti paesi e articolati in tre sezioni principali (Concorso, Focus e Piazzale). Un’occasione per trascinare la nostra mente verso universi e racconti nuovi e stimolanti. «Cinque edizioni negli ultimi cinque anni sono più che un indizio – afferma Sam Stourdzé, direttore dell’Accademia di Francia a Roma -: sono il riflesso di un festival che ha trovato la sua dimensione, che continua nell’intento di affermarsi e collocarsi geograficamente e culturalmente. In questa edizione, il Festival reitera il suo intento: celebrare un cinema libero, plurale e fuori dagli schemi».
La colonna portante del Festival di Film a Roma è il concorso internazionale, che riunisce dodici opere recenti da tutto il mondo. Opere che potranno aggiudicarsi il Premio Villa Medici per il Miglior Film (5.000 euro) e il Premio Speciale della Giuria (3.000 euro) dopo essere state valutate da una giuria d’eccezione formata da tre figure di spicco del mondo culturale: Il regista, fotografo e scrittore Alain Guiraudie; l’attrice e candidata nel 2023 al César come miglior promessa femminile Guslagie Malanda; e l’artista visivo Anri Sala.
Oltre al concorso, la sezione Focus propone proiezioni tematiche, carte bianche e momenti di confronto interdisciplinare. Da segnalare infatti Contrechamps, una serie di proiezioni che mettono in stretta relazione le opere dei borsisti di Villa Medici con autori affermati come Werner Herzog, Adrian Paci e Artavazd Pelechia. Nel caso di Paci sarà proiettato Centro di Permanenza Temporanea (2017) ambientato in un aeroporto californiano. Nel mostrare un gruppo di migranti si incammina in fila indiana verso la scaletta che conduce all’imbarco, Paci racconta lo stato d’ansia e di insicurezza costante, intrecciandolo all’esperienza pregressa sullo studio di questi fenomeni.
Riccardo Lo Re
