Lo stilista presenta per la prima volta “Llencols de aigua”, un’installazione di grandi dimensioni realizzata insieme all’artista sarda
In fin dei conti, tutte le cose in qualche modo si legano creando qualcosa di unico e speciale. Il Premio Costa Smeralda ne è un esempio: un grande fil rouge dove arte e lettura diventano una cosa sola. Lo stesso sta accadendo al Magazzino Italian Art a Cold Spring, New York, dove i due vincitori del Premio Speciale (Antono Marras nel 2023, Giorgio Spanu nel 2025) si sono uniti per un progetto condiviso. Per la prima volta negli Stati Uniti sarà presentato “Llencols de aigua”, un’installazione di grandi dimensioni creato dallo stilista Antonio Marras e dall’artista di fama internazionale Maria Lai (1919-2013). Ciò avverrà nella sede del Magazzino Italian Art, omaggiato proprio in occasione della cerimonia di premiazione al Conference Center di Porto Cervo grazie al lavoro sublime di Spanu.
L’installazione, che accompagna la prima retrospettiva negli Stati Uniti dedicata da Magazzino Italian Art all’opera di Lai, “Maria Lai. A Journey to America”, sarà visibile al pubblico dal 17 maggio al 28 luglio, data in cui chiuderà anche la mostra. Sia la retrospettiva sia l’installazione sono a cura di Paola Mura, direttrice artistica di Magazzino.
Maria Lai e Antonio Marras, entrambi sardi e profondamente legati alla poetica del tessuto e della memoria, svilupparono un linguaggio condiviso fatto di gesti e stoffa. Nell’ambito di questa intensa collaborazione, nel 2003 ad Alghero in Sardegna, realizzarono Llencols de aigua il cui titolo, in catalano, si traduce con “Lenzuola d’acqua”. L’installazione è composta da lunghi teli bianchi cuciti a mano, arricchiti da antiche camicie da notte ricamate con frasi raccolte dalla Lai durante un progetto didattico con bambini.
L’istallazione, che fa parte della collezione privata di Marras, sarà presente nella sala isotropa del Robert Olnick Pavilion (progettata dall’architetto Alberto Campo Baeza), consisderata il “simbolo” del museo: un cubo, perforato in ciascun angolo da finestre di forma quadrata che generano un flusso di luci e ombre in continua evoluzione.
«L’incontro con Maria Lai ha segnato il mio approccio con l’arte e non solo», spiega Antonio Marras come riportato dall’agenzia internazionale di stampa estero . «Per me ha significato una vera e propria svolta. Con lei ho avuto un rapporto speciale, una sintonia di interessi e di idee che continuano a vivere, immutati. Maria Lai è stata una presenza straordinaria nella mia vita. Mi ha dato la forza di parlare attraverso le immagini. Mi ha insegnato a vedere nelle cose ciò che non si vede».
«Maria Lai concepiva l’arte come un intreccio di molti fili: estetici, etici, narrativi e relazionali», afferma Paola Mura, direttrice artistica di Magazzino Italian Art. «Le sue collaborazioni con Antonio Marras, tra tessuto e memoria, rivelano non solo il suo impegno nel dialogo, ma anche la convinzione che la creazione sia un atto plurale. Attraverso questi incontri, l’arte diventava, per la Lai, non un oggetto finito, ma una conversazione in continuo divenire. Non collaborava per condividere la scena, ma per ampliare il palcoscenico. Con gli architetti costruiva spazi e memorie. Con i musicisti faceva cantare il filo. Con Antonio Marras, vestiva l’invisibile».
Riccardo Lo Re